Siamo a fine anno, e per stasera si preparano cenoni, come da tradizione, e per questo motivo mi piace illustrare un banchetto in onore di Enrico III, organizzato dal doge Alvise I Mocenigo, la cui descrizione ci viene lasciata dal Garzoni ci è necessaria per comprendere appieno lo sfarzo e la ricchezza dei banchetti ufficiali veneziani, che dettarono legge per tutte le altre corti d'Europa.
Per poter realizzare i conviti erano necessarie figure specializzate come cuochi, scalchi, trincianti, credenzieri, bottiglieri inservienti vari, che dovevano possedere una grande cultura professionale con tanti modi per
poter trasformare la materia prima in cibi eccellenti, avendo a disposizione una vasta gamma di attrezzature, come pentole, casseruole, mestoli e coltelli.
Si spiega così la stupefacente ricchezza dei banchetti veneziani del cinquecento dei quali ho già fatto cenno, o come
quello descritto nel 1574 da Marsilio della Croce nella sua Historia della pubblica et famosa entrata in Venezia del Serenissimo Enrico III, e precisamente quella parte che riguarda il banchetto offerto in onore del re di Francia nella Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale.
" Nella sala del gran Consiglio addobbata di cuoi d'oro dalle pitture a basso, che faceva maggior ornamento, al capo della quale dalla banda del…
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Il pranzo di Leccardo
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